Avviare una terapia ortodontica durante la crescita, dai circa sei anni fino all’età dello sviluppo, è molto importante. Ecco perché mettere l’apparecchio in questa fase, in cui le ossa del bambino sono ancora in crescita, può consentire di ottenere risultati più duraturi nel corso della vita.
L’utilizzo dell’apparecchio è da tenere in considerazione non solo per allineare i denti, ma anche per guarire malocclusioni, legate a un anomalo rapporto tra i denti dell’arcata superiore e quelli dell’arcata inferiore. Ecco alcuni esempi :
1) morso aperto: gli incisivi superiori non contattano quelli inferiori quando la bocca è chiusa (rimane un’apertura tra le arcate);
2) morso profondo: a bocca chiusa gli incisivi dell’arcata superiore coprono in modo eccessivo o completamente quelli dell’arcata inferiore;
3) progenismo della mandibola: sporgenza in avanti dell’osso mandibolare. Nei casi più gravi è presente un morso inverso anteriore;
4) overjet aumentato: i denti superiori sono spostati molto in avanti rispetto agli inferiori (i cosiddetti «denti a coniglietto»);
5) crossbite: malocclusione associata al palato stretto, in cui i denti inferiori «chiudono» in posizione più esterna rispetto ai superiori.
QUANDO INTERVENIRE?
L’ideale è fare una prima visita intorno ai 6 anni, sarà poi l’ortodontista a valutare l’opportunità o meno di avviare una terapia ortodontica. In presenza di problemi come crossbite o progenismo mandibolare occorre un intervento precoce, a volte anche prima dei 6 anni. Per ampliare le arcate dentarie in genere la prima fase di intervento può essere realizzata già tra i 7 e i 9 anni, per poi completare con l’allineamento dei denti quando saranno usciti altri denti permanenti, in media dopo i 10 anni. In altri casi, per esempio in presenza di una mandibola di dimensioni ridotte, si possono attendere i 9-10 anni.
QUALE APPARECCHIO?
Esistono diversi tipi di apparecchi, sarà l’ortodontista a indicare il più adatto e le modalità di trattamento:
1) dispositivi ortopedico-funzionali, fissi oppure mobili, intra-orali oppure extra-orali, per intervenire sui rapporti scheletrici tra le arcate dentarie, nel paziente in crescita (nella figura 1, un esempio di dispositivo extra-orale indicato per il trattamento di casi gravi di progenismo mandibolare);
2) apparecchi per l’allineamento dei denti, fissi (brackets da applicare sulla superficie esterna dei denti oppure su quella linguale) o mobili (allineatori trasparenti, figura 2);
3) dispositivi ausiliari quali elastici inter-mascellari, miniviti di ancoraggio temporaneo, o particolari apparecchi intra-orali, da abbinare ai brackets e agli allineatori (nella figura 3 minivite per ancoraggio ortodontico con elastico inter-mascellare);
4) dispositivi di contenzione (fissi o rimovibili) per mantenere il risultato raggiunto, da indossare dopo la fine del trattamento ortodontico (nella figura 4 esempio di retainer fisso usato come contenzione ortodontica).
Per il successo del trattamento ortodontico è fondamentale portare gli apparecchi mobili o gli elastici inter-mascellari per il numero di ore indicato dall’ortodontista.
In genere, alla fine di un trattamento ortodontico, solitamente viene prescritto l’uso di un apparecchio di contenzione per mantenere i denti nella nuova posizione. È di fondamentale importanza indossare il dispositivo, altrimenti si rischia una recidiva. Nell’adolescente, la contenzione può durare fino alla maggiore età o comunque al completamento dello sviluppo cranio-facciale.